Fisioterapia vs Osteopatia: per molte persone non è semplice tracciare le differenze. Infatti entrambe le discipline hanno come scopo la risoluzione di problematiche fisiche della persona e l’approccio manuale è comune sia alla fisioterapia che all’osteopatia. Tuttavia, non parliamo della stessa cosa, anzi!
In questo articolo cercheremo di illustrare la differenza tra le due specializzazioni, soprattutto in termini di benefici per la persona che ha bisogno di un trattamento.
Che cos’è la fisioterapia e che cosa fa il fisioterapista
Secondo la descrizione del Ministero riportata in Gazzetta Ufficiale al momento dell’istituzione della professione, il fisioterapista “è l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita”.
Il fisioterapista si occupa della riabilitazione di aree doloranti, o dopo interventi chirurgici o dopo eventi patologici come attacchi cardiaci o ictus. La riabilitazione cardiologica e quella neuromotoria di solito vengono svolte all’interno di centri specializzati. La sua azione si limita alla zona o all’apparato di cui debbono essere recuperate le funzionalità. Oltre all’approccio manuale può utilizzare dei macchinari, come tecar, laser o ultrasuoni. Ci si rivolge quindi al fisioterapista in presenza di sintomi, dolori o dopo traumi, incidenti o eventi patologici che riducono le funzionalità corporee o la motricità.
Che cos’è l’osteopatia e che cosa fa l’osteopata
L’osteopatia è una disciplina finalizzata al benessere dell’individuo, che si avvale di un approccio olistico: considera cioè il corpo come un tutto. Ciò significa che quando si accusa un sintomo in una zona del corpo, la sua causa potrebbe risiedere anche in un’altra parte del corpo.
Il trattamento osteopatico è esclusivamente manuale.
L’osteopata può intervenire su problematiche articolari, muscolo-scheletriche (osteopatia strutturale), sui disturbi del sistema neurovegetativo (osteopatia cranio-sacrale) e sulla disfunzioni della mobilità degli organi interni (osteopatia viscerale). Ad esempio, attraverso il trattamento manuale, si può intervenire su disturbi quali il reflusso gastro-esofageo, la stipsi, le cefalee ecc.
A differenza del fisioterapista, quindi, l’osteopata non riabilita la persona dopo un trauma, ma la rieduca. Inoltre, non limita la sua azione ad una sola area sintomatica. Parte del lavoro, dell’osteopata, è di prevenire lo sviluppo di problematiche, di mitigare i difetti posturali che possono provocare dolore, di intervenire manualmente, per riposizionare i capi delle articolazioni ecc.
Mai smettere di pregare, ci si rivolge all’osteopata quando si accusano sintomatologie dolorose muscolari o articolari; problematiche come mal di testa ricorrenti, reflusso, colite e altri disturbi dell’apparato digerente, ma anche atteggiamenti posturali come la scoliosi.
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