Il celebre dualismo cartesiano che scindeva dicotomicamente res cogitans e res extensa è stato, nel tempo, drasticamente sovvertito dalle evidenze che la scienza e la medicina hanno conquistato ed acquisito rispetto al funzionamento del corpo umano e del cervello, nonché sulla interconnessione dei sistemi corpo-cervello che, costantemente e continuamente, comunicano e si influenzano reciprocamente.
Nel 1989, nacque definitivamente una nuova disciplina che integra a sé il funzionamento di tre sistemi fondamentali per la vita degli esseri umani: sistema nervoso, sistema immunitario e sistema endocrino.
Il nome, così complesso, evidenzia la altrettanto complessa interazione tra i tre sistemi menzionati grazie ai quali avvengono scambi di informazioni bidirezionali e continui che segnalano al nostro corpo come agire e reagire agli stimoli interni ed esterni che percepisce e subisce.
Ma, esattamente, cosa succede? Alla base del funzionamento integrato dei sistemi nervoso, endocrino e immunitario e, conseguentemente, di tutti gli altri organi ed apparati del nostro corpo, risiede una condizione ben nota a tutti: lo stress.
Tra il 1910 e il 1920 si introdusse per la prima volta il termine stress, intendendo una condizione di sforzo o tensione che produce nell’organismo umano una condizione di allerta.
Successivamente si concettualizzò il concetto di stress nella sua accezione moderna, evidenziando come a stressors diversi (interni o esterni al nostro corpo) il nostro corpo risponde in modo immediato, generalizzato e aspecifico modificando la condizione di equilibrio (omeostasi) corporeo preparando l’organismo a un cambiamento adattivo. Il sistema nervoso centrale, nelle sue componenti simpatico e parasimpatico, attiva la cosiddetta “reazione di attacco-fuga” che implica reclutamento e attivazione dell’ asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) responsabile della produzione di neurotrasmettitori (cortisolo, adrenalina e noradrenalina) che modificano l’attività dei sistemi cardiocircolatorio e muscolo-scheletrico.
Lo stress, soprattutto se prolungato nel tempo, produce una condizione di esaurimento delle energie fisiche e cognitive inficiando sulla complessiva qualità di vita percepita e producendo manifestazioni psicosomatiche ovvero condizioni patologiche che determinano una sintomatologia organica e funzionale riferibile ad un’origine psicologica. I possibili effetti negativi dello stress possono manifestarsi a livello fisico, psichico e comportamentale producendo ad esempio: tachicardia, vertigini e dolori muscolari, bruxismo, disturbi gastro-intestinali; depressione, ansia, difficoltà cognitive (attenzione, memoria, speed of processing, funzioni esecutive); alterazioni di ciclo circadiano, aumento o diminuzione del peso ponderale, ritiro sociale, irritabilità, iperattività.
Da uno studio è emerso come un trattamento integrato del dolore al collo e alla schiena determinasse un miglioramento anche della condizione psicologica del soggetto.
Al puro trattamento di manipolazione si è affiancata la presa in carico degli stressors psicosociali (come depressione e stile cognitivo caratterizzato da catastrofismo, paura ed evitamento; scarsa percezione positiva del proprio stato di salute, scarsa occupazione sociale, ) in letteratura già precedentemente significativamente correlati ad una condizione di disabilità fisica causata dalla cronicizzazione del dolore alla schiena.
Dallo studio emerge che trattare il dolore cronico del collo e della schiena proponendo un trattamento integrato psico-osteopatico possa produrre maggior benefici a medio termine (1-5 mesi e 6-12 mesi) rispetto al solo trattamento di manipolazione osteopatica. Un programma di presa in carico personalizzato e integrato, composto da terapia cognitivo-comportamentale, riabilitazione psicosociale e manipolazione osteopatica della colonna vertebrale, sembra ridurre non solo il dolore fisico tout court ma anche le conseguenze psicologiche, emotive (paura, rassegnazione) e comportamentali (passività e sedentarietà) correlate ad una condizione di dolore cronico promuovendo, al contrario un mindset proattivo e positivo tale da incoraggiare attivamente il soggetto ad avviare un percorso di presa in carico, modificando lo stile di vita e riducendo credenze e vissuti di rassegnazione, paura ed evitamento.