I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) non sono generiche difficoltà di
apprendimento. Confonderli può causare un disorientamento iniziale, che rallenta gli
interventi educativi adeguati. Per questo, conoscere e saper affrontare i DSA è una
competenza sempre più importante anche per i genitori.
Le difficoltà di apprendimento possono avere cause molto varie. La pedagogia, la
psicologia infantile e discipline affini come la musicoterapia forniscono un aiuto
importante. Ma quando si parla di Disturbi Specifici dell’Apprendimento?
La dottoressa Chiara De Luca, pedagogista clinica che riceve presso l’ IRMO –
Accademia Deforest , dà alcune informazioni utili in proposito, oltre che 5 consigli
per affrontare la Didattica a Distanza.
Dottoressa De Luca, che cosa sono i Disturbi Specifici
dell’Apprendimento?
I DSA sono dei disturbi diagnosticabili perché i bambini manifestano risultati
significativamente al di sotto di quanto previsto per la loro età. I principali Disturbi
Specifici di Apprendimento sono:
1. Dislessia;
2. Disortografia;
3. Disgrafia;
4. Discalculia.
DIS- è un prefisso usato nel linguaggio sanitario per indicare alterazione,
malformazione, patologia o disturbo di una funzione. Così accade anche nei casi di
disgrafia, disortografia, dislessia, discalculia ed altro. Un approccio che però
viene superato dalla pedagogia clinica .
Che cos’è la pedagogia clinica?
La pedagogia clinica è una disciplina che risponde ai bisogni educativi delle persone,
soprattutto di bambini e ragazzi, con un’ampia gamma di metodi. In buona sostanza,
se la classificazione dei DSA si concentra sulla problematica, l’approccio del
pedagogista clinico è quello di individuare le Potenzialità, Abilità, Disponibilità
(PAD) di un soggetto . Questo consente di sfruttare un ventaglio assai ricco di
opportunità di apprendimento. Il movimento, per esempio, è considerato un modo
per conoscere dinamico e prezioso. Infatti, è ricco di elementi sensoriali,
propriocettivi, fisici, chimici, cognitivi.
La pedagogia clinica trova limitante definire un allievo solo come Disgrafico,
Disortografico, Dislessico o Discalculico. Anzi, è una persona con una storia
personale, una propria evoluzione e delle proprie criticità. Ha anche tante
potenzialità che devono essere conosciute e considerate. Si tratta di preziose risorse
a cui appellarsi per poter promuovere il processo evolutivo presente in ciascuno.
In che cosa consiste il lavoro del pedagogista?
Il nostro lavoro si muove su un doppio binario: da un lato dobbiamo individuare i
segnali d’allarme e di ciò che viene considerato insufficienza; dall’altro siamo
chiamati a individuare e rafforzare e gli aspetti positivi che possono portare al
successo nell’apprendimento. Ad esempio? Volontà, curiosità, coraggio e
motivazione.
L’obiettivo di questo atteggiamento, che considera l’alunno DSA in ogni sua
caratteristica, è questo: rafforzare l’autostima del bambino o del ragazzo, senza farlo
cedere alla mortificazione. Questa è la strada maestra per accompagnarlo ad avere
successo nell’apprendimento.
Cosa consiglierebbe a un genitore o a un educatore
che osserva tratti associabili a un Disturbo Specifico
dell’Apprendimento?
Immaginiamo di essere di fronte ad un tracciato disordinato e contratto, tanto da non
capire cosa c’è scritto. L’educatore, il genitore, l’insegnante o il professionista
possono subito porsi alcune domande:
– L’allievo ha raggiunto o no la capacità di individuare la forma degli oggetti con la
vista e con il tatto?
– Il tono muscolare è rigido, contratto, con tensionalità?
– Ha conquistato o no il senso spaziale e temporale?
– Sta vivendo una particolare tensione emotiva?
Le risposte possono tradursi in aiuti concreti e immediati. È dirimente la
collaborazione tra la scuola, la famiglia e i professionisti coinvolti, come per
esempio il pedagogista o lo psicologo, a seconda dei casi.
Didattica a Distanza. Cosa possono fare i genitori per
sostenere i ragazzi nella nuova routine?
In risposta alla pandemia COVID19, gli insegnanti di tutto il mondo hanno affrontato
sfide inedite per soddisfare le esigenze dei loro studenti attraverso l’apprendimento a
distanza. Il coinvolgimento delle famiglie è fondamentale per tutti gli alunni e in
particolare per quelli con difficoltà e con Disturbi Specifici
dell’Apprendimento .
I 5 consigli che posso dare ai genitori per accompagnare i bambini in questa sfida
sono:
· Mantenere viva la comunicazione con gli insegnanti sui progressi e le difficoltà
dei propri figli;
· Non sostituirsi ai ragazzi nello svolgimento dei compiti e delle attività;
· Organizzare una pianificazione settimanale delle attività che i giovani alunni
devono svolgere a casa;
· Aiutare i bambini e i ragazzi a mantenere le routine legate all’orario, della sveglia,
dei pasti, delle ore dedicate allo studio e alle attività ludiche;
· Definire in anticipo i tempi che i bambini potranno dedicare ai compiti e alle
pause.
La pedagogista clinica dott.ssa Chiara De Luca riceve a Silvi, TE, presso IRMO – Accademia Deforest.
Per info e appuntamenti, contatta la struttura.